Alessandro Nespolino: quattro chiacchiere su Adam Wild

Il disegnatore de “Gli schiavi di Zanzibar” ci racconta in anteprima la nuova serie Bonelli!

Adam Wild, ormai lo saprete tutti, è la nuova serie Bonelli che esordirà in edicola a inizio ottobre. In seguito all'intervista a Gianfranco Manfredi, gli Audaci (in questo caso rappresentati dall'infaticabile Rolando Veloci) hanno contattato il disegnatore del primo numero della serie nonché autore dei model sheet dei personaggi: Alessandro Nespolino. Dopo l'esperienza alla Star Comics su Lazarus Ledd, Nespolino è entrato nella squadra Bonelli realizzando Nick Raider e Brad Barron, prima di diventare uno dei collaboratori più assidui dello stesso Manfredi (prima su Magico Vento, poi su Volto Nascosto e quindi su Shanghai Devil).

Con Alessandro abbiamo concordato una modalità inedita (almeno per noi Audaci) di "dialogo": l'autore ci ha raccontato a ruota libera, senza seguire le nostre domande o alcuna nostra "dritta", la genesi e i dietro le quinte di questo nuovo personaggio prossimo all'esordio. A lui la parola!

Eccoci qua, a parlare di questa nuova avventura targata Sergio Bonelli Editore, che porta la firma di uno dei nostri migliori sceneggiatori, Gianfranco Manfredi, e di cui sono onorato di far parte. Per il volto di Adam Wild, si sa ormai da tempo che è ispirato a Errol Flynn, ma io direi soprattutto al suo sorriso, un po’ beffardo ma che fa anche simpatia (o almeno si spera). Sì, perché una delle caratteristiche di Adam Wild è che non si tratta di un personaggio serioso o musone, ma al contrario è un uomo che affronta la vita col sorriso sulle labbra anche quando lotta contro schiavisti e cacciatori di frodo.

Primi piani (con sorriso) del protagonista

Fin dall’inizio, quando Gianfranco mi propose di realizzare lo studio dei personaggi e il primo episodio, e iniziò a raccontarmi la sua idea del personaggio e della serie, la prima cosa che pensai fu che avrei avuto la possibilità di disegnare un personaggio nuovo rispetto a ciò a cui il pubblico è stato abituato da anni. Una delle caratteristiche di Gianfranco Manfredi, per cui lo considero un grande sceneggiatore, è che lui ha la capacità di prendere idee che sulla carta possono risultare classiche, ma poi riesce, grazie ai personaggi che crea e alle storie che narra, a creare progetti innovativi e con un modo di raccontare sempre molto attuale.


Adam è un avventuriero che non esita a buttarsi a testa bassa nella mischia per difendere i suoi ideali, è un tipo simpatico ed ha un fisico atletico, alla Sean Connery da giovane (con tanto di petto villoso). Queste erano le indicazioni di Gianfranco e da lì, insieme al materiale fotografico e alla descrizione dei personaggi, ho iniziato a lavorare.

Oltre alla documentazione di Gianfranco, cercai anche altro materiale, soprattutto tramite internet, che è ormai la mia fonte indispensabile per le reference. Foto di attori, di avventurieri, di guide storiche, insieme a film ambientati in Africa, il tutto alla ricerca dell’ispirazione non solo per il volto del personaggio, ma anche per il suo abbigliamento.

Per il viso, inizialmente Gianfranco voleva ispirarsi ad un attore moderno, ma essendo così forte il riferimento al sorriso di Errol Flynn, si pensò ben presto di dargli anche quel volto. Contemporaneamente, continuai a cercare un look che contribuisse a caratterizzarlo in pieno. Per gli abiti cercai qualcosa di diverso dalle solite guide, per evitare che il suo abbigliamento risultasse troppo simile ad atri personaggi. Una delle prime cose a cui pensai, fu di mettergli una camicia nera, utile anche graficamente. La camicia e i capelli di Adam, avrebbero fornito da soli, quel nero che ti manca se hai una vignetta troppo bianca. Un po’ quello che succede con la giacca nera di Dylan Dog. Lo stacco della camicia era anche utile per mettere in risalto la collana che Adam porta al collo.

Adam duro e deciso, con la pistola a sinistra (omaggio a Zagor).

A quel punto, oltre alla camicia nera, volevo che indossasse anche una giacca diversa dalla solita sahariana e così pensai al panciotto di pelle, un po’ più lungo perché potesse essere chiuso in vita dalla cinta con la pistola.
La pistola tenuta verso sinistra, ma in modo che Adam la estragga con la mano destra, è un mio personale omaggio a Sergio Bonelli e al suo Zagor (anche se Zagor porta la pistola completamente sul lato sinistro). Il pantalone a righe e gli stivaloni sono invece un suggerimento di Gianfranco. Trovati tutti gli elementi, la caratterizzazione del personaggio principale fu abbastanza veloce. Un po’ di lavoro extra ci fu sul sorriso. Inizialmente non sapevo quanto osare e gli disegnavo un sorriso troppo simmetrico. Gianfranco mi invitò a lasciarmi andare e a non sentirmi imbrigliato in schematismi troppo classici e così, spostando la bocca leggermente su un lato, proprio come Errol Flynn, riuscii a dare ad Adam una maggiore carica di simpatia ed espressività.

Altro elemento interessante della serie, è la presenza di molti personaggi che attorniano il protagonista, e ognuno con un carattere ben definito.
Il Conte Narciso Di Molfetta

Uno dei comprimari principali è il Conte Narciso Di Molfetta, l’uomo che finanzia le spedizioni di Adam. Il conte non è una spalla comica, anzi è un tipo serio e determinato, che convince Adam a condurlo in giro per l’Africa, sulle tracce di Livingstone. Il conte è anche un personaggio differente da Adam, fisicamente, e disegnare i due, mentre chiacchierano o discutono, è stata una delle cose più divertenti. Tutti i disegnatori di fumetti amano disegnare scene d’azione, ma è ovvio che in un albo di 94 pagine non ci possono essere solo scene dinamiche e quindi, laddove i personaggi parlano, se la sceneggiatura ti permette di poter giocare con i personaggi e con le loro espressioni, ecco che il lavoro diventa più stimolante e divertente. Anche in questo caso, grazie alla sceneggiatura di Gianfranco, c’è stata la possibilità di far recitare i personaggi, ed io sono sempre stato libero di disegnarli come meglio ritenevo. Se fossimo in un film, mi piacerebbe che qualcuno dicesse che si percepisce che gli attori e il regista si sono divertiti a lavorare tutti insieme. In questo caso, visto che io sono il regista e il creatore grafico degli attori, spero che i lettori percepiscano quanto mi sia divertito a disegnare quest’albo.

Come già detto all’inizio, Adam Wild non è solo un personaggio simpatico, poiché è comunque il protagonista di un fumetto d’avventura, nel cui primo albo (che si intitola “Gli schiavisti di Zanzibar”), scopriremo da subito quanto sia determinato nel battersi per difendere i più deboli.

L’altro elemento importante di questo fumetto è la location. L’Africa appartiene ad un immaginario molto lontano per le nuove generazioni, ma che in quelli della mia età (figli degli anni ’70) riporterà sicuramente alla mente il Tarzan del cinema e dei fumetti di Burne Hogarth, e i romanzi d’avventura di Salgari. Per quanto mi riguarda, mi ha riportato alla mente anche il primo fumetto che ho letto da piccolo, “Akim della Jungla”. Ovviamente il nostro Adam non ha nulla a che vedere con questo vecchio fumetto della Bonelli, ma per uno strano gioco del destino mi sono ritrovato dopo 30 anni, a creare graficamente un personaggio che vivesse le sue avventure nella Jungla, come il primo personaggio a fumetti che ho letto.

In ogni caso, la mia storia si svolge a Zanzibar, lontano dalle foreste e dagli animali selvaggi. Come con Volto Nascosto e tutti gli altri fumetti storici che ho disegnato, per me ha una grande importanza disegnare in modo credibile e documentato, l’ambientazione in cui si svolgono le storie. Oltre alla documentazione di immagini che Gianfranco mi fornisce in sceneggiatura, io cerco sempre dell’altro materiale, per poter avere, dello stesso oggetto, quanti più riferimenti possibile e poterlo comprendere e disegnare da tutti i punti di vista. Questo atteggiamento vale per le strade della città, per le abitazioni, per i vestiti e per l’oggettistica in generale. Nel caso specifico ho passato molto tempo a cercare foto di abiti e copricapo arabi, per caratterizzare in modo differente tutti i personaggi che appaiono nella storia.


In conclusione, visto che questa è stata una “chiacchierata a ruota libera”, voglio ringraziare Gianfranco Manfredi, Mauro Marcheselli, Davide Bonelli e Michele Masiero, per la grande opportunità che mi hanno offerto e la possibilità di continuare a divertirmi lavorando.

Grazie.



[copyright immagini: Sergio Bonelli Editore]

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